GIAGLIONE - Mercoledì si è tenuta in comune una riunione che è stata un'occasione di confronto tra l'amministrazione comunale, la Sitaf e la cittadinanza. All'ordine del giorno il progetto della Sitaf di costruire un impianto antincendio adeguato alle nuove normative, all'altezza di uno dei quattro bypass della galleria della A32 che passa sotto Giaglione.
L'esigenza di un confronto diretto era nata soprattutto dalle proteste di una parte della popolazione, che lamentava la scarsità di informazioni riguardo al progetto e che aveva espresso, anche tramite una petizione presentata in comune, la preoccupazione che i lavori della Sitaf possano danneggiare una sorgente che sgorga nelle vicinanze del futuro cantiere.
Alla riunione erano presenti i rappresentanti della Sitaf, Abbà e Marina e gli ingegneri Sandretti e Trinchero della Musinet Engineering. autori del progetto. Gli ingegneri hanno spiegato che la procedura che sarà adottata per la galleria di Giaglione è già stata messa in atto per gallerie più lunghe, come quelle di Prapontin e Cels, con risultati molto buoni per la sicurezza autostradale.
Il personale ha eseguito un sondaggio che ha raggiunto la profondità di 15 metri e che ha confermato i dati raccolti al tempo della costruzione dell'autostrada, mostrando che all'altezza di 15 metri si trova roccia sana, compatta, che quindi permette di costruire senza rischi di incontrare faglie. Anche se ciò dovesse accadere, il sistema di perforazione, mutuato dalle più avanzate tecniche di estrazione del petrolio, può avvenire solo in assenza di perdite d'acqua, e se si incrocia un deposito sotterraneo d'acqua, prima di proseguire lo si isola con del cemento.
Il progetto prevede per prima cosa la consolidazione degli 8-10 metri in superficie con iniezioni di cemento, poi avverrà la perforazione, seguita dalla messa in posa di una tubazione d'acciaio che arriverà fino alla galleria. Il tutto verrà fissato col cemento, e infine sarà costruita la vasca che raccoglierà l'acqua da usare in caso di incendio.
I giaglionesi presenti hanno però avuto da ridire sul progetto, in particolare su due punti.
In primo luogo, hanno sostenuto fermamente la necessità di ulteriori accertamenti, ritenendo insufficiente un unico sondaggio, profondo solo 15 metri su 160, per stabilire se la trivellazione possa o meno compromettere delle faglie. Hanno quindi chiesto all'amministrazione comunale di effettuare a sua volta una perizia, per essere certi che il patrimonio idrico del paese non verrà compromesso. I cittadini hanno inoltre chiesto che vengano valutati i disagi che le polveri e il passaggio dei mezzi potrebbero causare e che venga dimostrato che la trivellazione non rischi di portare in superficie del materiale uranifero.
In secondo luogo, varie obiezioni sono state sollevate sul fatto che la vasca preleverà acqua dall'acquedotto che serve il paese. Gli ingegneri e i rappresentanti della Sitaf hanno fatto notare che per legge gli impianti antincendio devono essere alimentati da una fonte giudicata inesauribile, e quella era l'unica disponibile. Inoltre, la fornitura dell'acqua alla vasca avverrà secondo condizioni precise, tali da non danneggiare la popolazione. Il pubblico ha però richiamato l'attenzione della Sitaf e dell'amministrazione su un'altra possibilità, avanzando l'ipotesi che la vasca potrebbe rifornirsi presso l'acquedotto "Supita", che da molto tempo non è più usato perchè le sue acque non sono riconosciute come potabili. Sitaf e amministrazione comunale si sono detti interessati a questa opzione, e si sono impegnati a contattare la ACEA, che gestisce le acque a Giaglione, per avere maggiori informazioni.
La questione del progetto della Sitaf, e il malcontento per i problemi legati all'acqua nel paese hanno creato notevoli tensioni. Il sindaco, al termine della riunione, ha ribadito il suo impegno su entrambi i fronti, ma si è detto pronto a dimettersi qualora i giaglionesi non lo ritengano più adatto a gestire la situazione.
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