[OltreRocciamelone] - Che guaio se scappa il cane! La storia di Polì e della sua padrona

BUSSOLENO (TO) – Questa è la storia della cagnetta Polì, meticcia tatuata di 12 anni, e della sua padrona Giorgia Berardi. Tutto comincia il 12 luglio, in un tardo pomeriggio temporalesco. Polì sente i tuoni e piena di spavento fugge dal giardino di casa. Giorgia torna più tardi dal lavoro, e si accorge della sua assenza. Sapendo che è anziana e paurosa, pensa che Polì non possa essere andata lontano. Esce a cercarla con il suo compagno e le dicono che i vigili hanno preso un cane che potrebbe essere proprio il suo.

Il giorno dopo, di primo mattino Giorgia si reca dai vigili, i quali le dicono che deve pagare la multa perchè il cane è stato trovato vagante e che può andare a ritirare Polì al canile. A quel punto Giorgia telefona al canile di Rosta, ed è allora che apprende dell’ordinanza per la quale Polì deve restare in canile per 10 giorni – data la profilassi antirabbia. “Polì è un cane vecchio e pauroso, non è abituata a stare in gabbia, ero davvero preoccupata”. Inizia così per Giorgia una lunga trafila di telefonate, contatti con autorità, veterinari, associazioni animaliste, servizi sanitari, ma niente da fare: Polì deve restare in canile. Giorgia racconta con amarezza: “La cosa più sorprendente è che nemmeno gli addetti ai lavori ne sapevano nulla. Su tutti i professionisti e gli esperti che ho contattato, solo il personale del canile e un unico veterinario dell’Asl sapevano dell’ordinanza. Tanto meno era informata la gente del paese: nessuno ne sapeva niente e nel sentirmi raccontare questa mia esperienza tutti si preoccupavano di dover fare il vaccino antirabbia, che dura solo un anno, ai loro cani.”

Dato che il decimo giorno scadeva giovedì 22, Giorgia ha chiesto un permesso per non dover andare al lavoro quel giorno. Ma il canile la avverte che Polì non potrà uscire fino al venerdì, perchè non è possibile effettuare la visita veterinaria prima. Giorgia non può chiedere un altro giorno di permesso, così propone che a ritirare il cane vada il suo compagno: “Ho ottenuto a fatica di poter mandare lui, a condizione che presentasse una delega scritta da me, la mia carta d’identità e il mio codice fiscale”.

Enrica Giai, presidente del Gruppo Amici Animali Val di Susa, commenta: “Le istituzioni dovrebbero provvedere meglio ad informare la gente su queste problematiche. Perchè così pochi erano a conoscenza della profilassi antirabbia?” Interrogato sul problema della divulgazione dell’ordinanza, il dottor Vincenzo Fedele, direttore del servizio veterinario di epidemiosorveglianza sovrazonale dell’Asl TO3, risponde: “Noi come servizio veterinario già a giugno abbiamo inviato copia dell’ordinanza e tutte le delucidazioni necessarie a tutti i sindaci dell’ASL TO3. Poi abbiamo inviato una bozza di comunicato come base per i manifesti che potrebbero essere adottati dai sindaci. Abbiamo anche inviato un comunicato a tutte le testate giornalistiche”. Pare che proprio in questi giorni alcuni comuni stiano affiggendo i manifesti.

Osserva ancora Enrica Giai: “Un precario o un pensionato al quale per qualsiasi motivo scappa il cane, come fa a pagare i quasi 200 Euro che questa procedura comporta? Essa nasce per tutelare gli animali, come è giusto, ma paradossalmente, mettendo così in difficoltà i proprietari, può finire per favorire l’abbandono”.

Da un articolo di Jenny Cuk pubblicato su Luna Nuova, n. 57 anno 2010
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