[OltreRocciamelone] - La produzione della patata di montagna in Valle di Susa

In Valle di Susa è in corso in parecchie località una rivalutazione della produzione della patata di montagna, una coltivazione che da secoli costituisce un'importante risorsa per le comunità del nostro territorio.
La tutela di questa coltura avviene in diversi ambiti. In particolare, in Val di Susa essa passa attraverso le amministrazioni comunali e la Provincia.
Esiste un progetto della Provincia di Torino, denominato "Paniere dei prodotti tipici della Provincia di Torino", che intende supportare, valorizzare e far conoscere i prodotti locali, tra cui la patata. In Valle di Susa molti singoli produttori sparsi in vari comuni hanno aderito all'Associazione dei produttori di patata di montagna, una delle 32 associazioni del Paniere, fondata nel 2005, coordinata dalla Scuola Malva di Bibiana e sostenuta dalla Provincia.
In alcuni casi, tuttavia, sono state le amministrazioni comunali a valorizzare i produttori di patata di montagna. In Valle di Susa questi comuni sono Sauze d'Oulx, Novalesa e Condove, con la borgata di Mocchie. Da ricordare anche Pragelato.
In tutti questi comuni si tiene ogni anno una sagra per diffondere e valorizzare la patata di montagna. In questo periodo, ad esempio, la patata è stata protagonista a Sauze d'Oulx, con la sagra del 19 settembre. Il 26 settembre sarà invece il turno di Novalesa, che presenterà anche il libro "Novalesa e il Pane dei montanari: un ricettario sulla patata tra Storia, Itinerari e Ricette".

Un'esigenza comune è quella di certificare la qualità del prodotto locale. Proprio per questo, ad esempio, Sauze d'Oulx ha adottato il marchio De.C.O (Denominazione Comunale Origine), al quale hanno aderito tutti i produttori di patata di montagna. Novalesa, invece, ha optato per la creazione di un consorzio di produttori e promuovere la coltura della patata in modo da poter partecipare al Paniere.

La dottoressa Elena Di Bella, responsabile del progetto, spiega che i produttori che aderiscono al Paniere devono "rispettare un disciplinare di produzione, che prevede l'uso di una serie di specifiche varietà, determinate tecniche di coltivazione, non biologica ma rispettosa dell'ambiente, dei criteri di etichettatura (le etichette devono riportare il marchio dell'associazione della patata e quello del Paniere). In cambio vengono veicolati in tutti i 30 negozi che sono della rete del Paniere, nei ristoranti, in Eataly, e in tutte le manifestazioni che noi facciamo in Piemonte, in Italia, e a volte anche all'estero. La Provincia promuove i prodotti del Paniere e dà loro visibilità. I produttori possono inoltre partecipare alle fiere, come il Salone del gusto, ma siamo andati anche a Londra, addirittura a New York".

La produzione tipica delle nostre montagne si serve per lo più di varietà francesi, ma esistono anche varietà locali, in particolare la patata piatlina. Oggi la Scuola Malva e la Facoltà di Agraria dell'Università di Torino stanno conducendo ricerche per recuperare e rilanciare la coltura delle antiche varietà.
Dunque, quella che per i nostri antenati era spesso una risorsa di sussistenza viene oggi riconosciuta come un prodotto pregiato e un'eccellenza del nostro territorio.


Da un articolo di Jenny Cuk pubblicato su Luna Nuova, n. 67 anno 2010.
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