[OltreRocciamelone] - Val Gravio: 90 anni del GEAT

Domenica 23 maggio 200 persone si sono riunite al rifugio Val Gravio, in Val di Susa (To), per festeggiare il novantesimo anniversario del GEAT.

Sotto un bel sole, nel verde e nel profumo della primavera avanzata che si respira solo in montagna, la giornata è trascorsa tra canti, danze, ricordi e speranze per il futuro.

Il GEAT (Gruppo Escursionisti Accademici Torinesi) fu fondato a Torino nel 1920 da un gruppo di giovani appassionati di montagna. Questi amici, che volevano dimenticare gli anni lugubri della Prima Guerra Mondiale e lo squallore del dopoguerra, compresero che la montagna, nonostante le difficoltà che pone a chi vuole viverla, può regalare, attraverso quella fatica pulita, che nobilita lo spirito, il piacere di una vita sana, della condivisione e della riscoperta della natura.

La loro iniziativa ebbe grande successo: nel 1925 il GEAT contava 300 soci, e cominciò a costruire il rifugio Val Gravio, a 1390 m, su un terreno donato dal comune di San Giorio. Nel 1929 il rifugio fu inaugurato e il GEAT divenne sottosezione del CAI (Club Alpino Italiano). Col tempo il gruppo torinese toccò i 400 soci, effettuò numerose prime ascensioni e costruì anche un altro rifugio e tre bivacchi in varie zone delle Alpi piemontesi e valdostane.

Fra Dante celebra la Messa, cantata dal Coro
Edelweiss. Fra Dante, di Pinerolo,
 è un frate cappuccino e si iscrisse al GEAT nel 1964,
ancora prima di prendere i voti.
Dopo la messa, celebrata da fra Dante, il Presidente del GEAT, Gianfranco Rapetta ha salutato i presenti, in particolare i tanti bambini, “arrivati sino qui in rappresentanza del futuro”, e poi ha rievocato la storia del gruppo, fatta anche di pagine dolorose.
Il Presidente ha ricordato i soci scomparsi per incidenti in montagna, ai quali è dedicato un pilone vicino al rifugio, e i tristi fatti avvenuti durante la Seconda Guerra Mondiale, quando il rifugio Val Gravio fu distrutto. Sono stati ricordati anche i 5 giovani partigiani che in quel luogo persero la vita il 12 maggio 1944, torturati e uccisi dai nazifascisti: Valerio Martoglio, Giuseppe Staorengo, Aurelio Delmartino, Vincenzo Governato, Pietro Morello.

Il Presidente ha ricordato anche come il gruppo seppe rialzarsi dopo la guerra, come ricostruì il rifugio, sotto la guida energica di Eugenio Pocchiola e l’entusiasmo che spinse per tanti anni i soci a occuparsi personalmente, a turno, della gestione del rifugio, portando a spalle o a dorso di mulo le derrate e preparando le pietanze per i viandanti.
Il sindaco di San Giorio, Danilo Bar, ha sottolineato l’importanza di iniziative che promuovono la cura della montagna, valorizzando un prezioso patrimonio naturalistico e creando nuovi posti di lavoro.

Era presente anche il gruppo CAI di Bizzarone (Co), che, unito al GEAT da un legame di forte amicizia, ha collaborato ai recenti lavori di ampliamento del rifugio Val Gravio, che oggi rientra nel territorio del Parco Orsiera Rocciavrè.

Il signor Walter suona la ghironda,
strumento tipico di montagna
Il coro Edelweiss, coro ufficiale del CAI Torino, ha eseguito un repertorio di canti popolari e di montagna, tra cui l’immancabile “Montanara”. Il coro quest’anno compie 60 anni, ha alle spalle una storia fatta di centinaia di concerti, trasferte, dischi e cd, ma vuole anche guardare al futuro, ed apre le porte ai giovani che vogliano unirsi a loro. Dopo svariati bis eseguiti a grande richiesta di pubblico, sono seguite le musiche suonate da un insolito terzetto di violino, fisarmonica e ghironda, sulle quali i presenti hanno danzato i balli tradizionali delle montagne.

Si è conclusa così una giornata ricca di emozioni, trascorsa nell’abbraccio di una natura amica, all’insegna dell’”appartenenza”, che come recita la canzone di Giorgio Gaber, citata dal Presidente Rapetta, “non è un insieme casuale di persone, non è un’apparente aggregazione, l’appartenenza è avere gli altri dentro di sé”.
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