[OltreRocciamelone] - I gemelli della Stellina: l'abbraccio di due campioni


MOMPANTERO - Domenica 22 agosto, in un magnifico mattino di sole, una piccola folla si riunisce in una vasta conca di prati verdi che si affaccia sulla valle, incorniciata dai monti e dominata dall'armoniosa cima del Rocciamelone. E' Costa Rossa, sono gli stessi prati verdi in cui 66 anni fa i partigiani della Formazione Stellina sconfissero due compagnie di SS.
Verso le 10 la folla si stringe attorno allo striscione dell'Arrivo. Cresce l'attesa, si moltiplicano le telecamere e le macchine fotografiche ansiose di catturare il Grande Momento. Ed ecco che compare la figura di un ragazzo che corre. E' stanco, ma il suo passo è ancora elastico e ogni suo movimento sprigiona una straordinaria vitalità. Porta una bandiera italiana sulle spalle e si avvicina sempre di più. Infine, con un ultimo balzo taglia il traguardo. E' Martin Dematteis, il campione italiano di corsa in montagna per la seconda volta.
Ma dopo i primi istanti di esultanza, il campione si guarda attorno. Che cosa sta aspettando? Chi cerca? Nel frattempo arrivano gli altri atleti, che Martin attende e saluta. Ma ancora si guarda attorno. E poi appare il suo fratello gemello, Bernard. Martin gli corre incontro e lo accompagna negli ultimi tratti. Bellissimo l'abbraccio che i due fratelli si scambiano al traguardo. Martin Dematteis ha dimostrato di essere un grande campione, non solo per la sua straordinaria performance sportiva, ma anche per la lealtà e la gentilezza che ha dimostrato verso gli avversari, per la spontaneità della sua dedica, alla fidanzata Letizia Titon, anche lei campionessa italiana, e a sua madre nel giorno del suo compleanno.
Molti dicono che la corsa in montagna è uno sport che dà a chi lo pratica il tempo per pensare. Forse per questo, forse perchè richiede grande impegno e fatica, forse perchè porta l'uomo a conoscere la durezza e lo splendore della montagna, a volte fa uscire il meglio delle persone. Martin ha dimostrato la bellezza dell'amore fraterno, ma molte sono state le storie che si sono intrecciate per un giorno sui sentieri partigiani. Il signor Sibona, ad esempio, ha dimostrato la tenacia e il coraggio di chi non cede: ha subito un delicato intervento al cuore ma non per questo ha rinunciato a fare il percorso della Stellina.
La storia che la corsa rievoca, l'impegno di tutti coloro che hanno riunito gli sforzi per renderla possibile, l'umanità e i valori che emergono nello sport, fanno della Stellina un tassello importante dell'identità culturale e storica di un popolo nato e cresciuto nello scenario incantevole delle montagne.

Da un articolo di Jenny Cuk, pubblicato su Luna Nuova, n. 60 anno 2010.
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