[OltreRocciamelone] - Torino: una capitale della formazione internazionale

Foto da eurekaos.org
Molti non lo sanno, ma Torino è un polo della formazione internazionale. Non solo la città ospita numerose organizzazioni internazionali, ma alcune di esse vi hanno creato centri dedicati appositamente alla formazione dei loro futuri funzionari.
Accanto a corsi specifici per chi già fa parte di organismi o enti di vario tipo che ha bisogno di un sapere più specialistico, esistono varie opportunità per neolaureati e giovani professionisti.

Questo è stato l'argomento di un incontro dedicato ai membri del Club Optime presso il Centro Congressi Unione Industriale di Torino il 2 febbraio. In particolare, sono stati presentati due poli di formazione internazionale:

1. Il campus ONU di Torino
2. L'ETF, agenzia dell'Unione Europea con sede a Torino.

1. Il campus ONU

Il campus ospita tre organizzazioni mondiali:

a) ILO (Organizzazione Internazionale del Lavoro): si occupa di diritto del lavoro, nel campus torinese ha sede il suo centro di formazione internazionale. Offre corsi, soprattutto sulle tematiche inerenti al lavoro e allo sviluppo, a professionisti e funzionari di tutto il mondo. Il centro di formazione internazionale organizza anche numerosi master e corsi post-laurea. [www.itcilo.org]

b) UNICRI (United Nations Interregional Crime and Justice Research Institute): si occupa soprattutto di ricerca sul crimine, studia i fenomeni criminali più attuali cercando soluzioni per contrastarli. Organizza un master, varie scuole estive e seminari. [www.unicri.it]

c) UNSSC (United Nations System Staff College): college dedicato alla formazione relativa allo sviluppo economico e sociale, rivolto soprattutto a formatori, funzionari, professionisti, equipes che andranno a lavorare nei Paesi in via di sviluppo. Organizza anche corsi a distanza. Offre sporadicamente a Torino la possibilità di uno stage non retribuito. [www.unssc.org]

2. ETF

L'ETF (European Training Foundation), è l'agenzia dell'UE che si occupa di collaborazione allo sviluppo di paesi che hanno stipulato convenzioni con l'Unione Europea. Cerca di sviluppare il capitale umano di questi Paesi in via di sviluppo, mediante l'elaborazione di politiche e strumenti di formazione. Due volte all'anno lancia un bando di stage.


I giovani che vogliono intraprendere una carriera internazionale hanno diverse possibilità:

1. Svolgere un master (che però spesso ha un costo elevato).
2. Svolgere uno stage (ne esistono di retribuiti e non-retribuiti).
3. Entrare nel programma di volontariato ONU.
4. Partecipare al programma di borse di studio dell'ONU
5. Diventare JPO (Junior Professional Officer)

Spesso i master sono organizzati in collaborazione con l'Università di Torino.
Nessuno di questi percorsi offre una piena garanzia di un effettivo inserimento nelle organizzazioni. Si tratta di carriere molto difficili. Requisiti molto importanti sono esperienze lavorative precedenti nel settore d'interesse, conoscenza delle lingue, esperienze all'estero e in particolare nei Paesi in via di sviluppo. Tuttavia, non bisogna lasciarsi scoraggiare: uno dei migliori requisiti è la perseveranza!

Per saperne di più:
- sito undesa
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[OltreRocciamelone] - La Bealera Granda ancora all'ordine del giorno

BUSSOLENO - L'annoso problema della Bealera Granda rimane all'ordine del giorno, in attesa di trovare una soluzione che accontenti tutti. Se ne è parlato durante l'assemblea del Consorzio irriguo dell'Inverso di Bussoleno, sabato scorso.
La presa dalla Dora che alimentava la bealera, in zona autoporto, non è più stata ripristinata dopo i lavori di costruzione dell'autostrada. Finora la bealera ha ricevuto acqua da un piccolo rio, destinato all'uso dei mattiesi, e dalla centrale elettrica di Coldimosso, che però è in grado di immettere acqua nella bealera soltanto nei periodi in cui è attiva. Doveva essere una soluzione provvisoria, e infatti pare che da quest'anno anche l'acqua in avanzo della centrale verrà a mancare, lasciando la bealera a secco.
Secondo un protocollo d'intesa firmato dall'allora amministrazione di Bussoleno (che detiene la maggior parte del corso della bealera) e la Sitaf, proprio l'azienda avrebbe dovuto occuparsi dei lavori di ripristino della presa, mentre i comuni che sono proprietari della bealera avrebbero dovuto occuparsi della manutenzione. Tuttavia, la Sitaf ha proposto di costruire un tubo, un passaggio sotterraneo per l'acqua che ai comuni pare troppo stretto e quindi troppo oneroso da mantenere. I comuni, invece, hanno proposto un passaggio a cielo aperto più costoso da costruire ma più facile da mantenere. Il consorzio ha una funzione puramente gestionale, quindi non è coinvolto in modo diretto nella questione.

All'assemblea del Consorzio era presente anche il vicesindaco di Bussoleno Fucile, il quale ha sottolineato come una delle cause di questo problema, che si trascina da quasi 20 anni, sia il fatto che il protocollo di intesa non sia scritto in termini molto chiari, dal momento che si limita ad impegnare la Sitaf a garantire l'acqua nella bealera. Ha anche annunciato che presto l'amministrazione parlerà con un delegato dell'azienda che possiede la centrale elettrica per poter disporre almeno per quest'anno dell'acqua che essa può erogare, per quanto, osservano gli utenti, si tratta di una soluzione solo parziale e non soddisfacente. Il vicesindaco ha detto anche che il comune ha partecipato ad una serie di incontri con la Sitaf, e si è attivato per presentare un nuovo progetto per ripristinare la presa. Tuttavia, la situazione minaccia di aggravarsi ulteriormente se verranno aperti i cantieri per la costruzione del TAV.

Le tensioni e i dibattiti sul problema della bealera granda sono stati particolarmente accesi e numerosi quest'estate, ma le pressioni degli utenti nei confronti di enti e istituzioni non si sono mai arrestate. Ora le rimostranze sembrano prendere nuovo vigore: pare infatti che il presidente e  il consiglio del Consorzio siano pronti a dimettersi per protesta se il prossimo anno non si sarà trovata una soluzione e la Bealera rimarrà senz'acqua.


Da un articolo di Jenny Cuk pubblicato su Luna Nuova, n. 5 anno 2011
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[OltreRocciamelone] - Le difficoltà del consorzio irriguo

BUSSOLENO - Si è tenuta sabato 29 presso il salone Polivalente l'assemblea del consorzio irriguo dell'Inverso di Bussoleno. L'assemblea, che ha rischiato di essere l'ultima per il consorzio, ha portato alla luce numerose problematiche, quali la scarsa partecipazione dei soci, la difficile collaborazione tra comune e consorzio, la questione della Bealera Granda, i problemi amministrativi e burocratici.

Nel corso dell'assemblea avrebbero dovuto essere eletti i membri del nuovo consiglio, ma non c'erano abbastanza iscritti sulla lista elettorale. Se non si fosse raggiunto il numero minimo il consorzio, nato nel 2005, sarebbe stato sciolto. Dopo un lungo istante di esitazione, tre volontari si sono fatti avanti, e la procedura dell'elezione ha potuto avere inizio. Questa situazione rispecchia un problema fortemente sentito dal presidente Angelo Tomassone, il quale ha lamentato la mancanza di interessamento, di impegno e di collaborazione tra i soci, di cui solo un quarto circa era presente. Soprattutto, sarebbe necessario l'intervento dei giovani, che potrebbero, ad esempio, aiutare a tenere puliti i canali secondari, oltre che portare nuove idee.

Anche gli uffici amministrativi competenti, a detta del presidente, non si sono prestati a sufficienza nella cura dei lavori e nella manutenzione della rete dei canali irrigui, molti dei quali versano ancora in pessime condizioni, nonostante gli sforzi del consorzio. Il vicesindaco di Bussoleno, pure presente, ha osservato che bisognerà in effetti aumentare la collaborazione tra l'amministrazione e il consorzio, e anche tra i soci, invitando tutti ad un dibattito sempre rispettoso delle posizioni altrui.

Un'altra problematica è legata all'irrigazione a pioggia. Da una parte, l'impianto già esistente presenta vari difetti che richiedono numerose riparazioni, dall'altra ci sono soci che vorrebbero un'ulteriore espansione dell'irrigazione a pioggia. In zone come Coldimosso, ad esempio. I lavori effettuati per la costruzione di infrastrutture hanno di molto ridotto le risorse idriche locali, rendendo difficile la coltivazione e mettendo a rischio anche la vita degli animali selvatici. Spinti dalla sete, animali come cervi e cinghiali scendono a bere alla Dora, e costretti ad attraversare lo stradone, molti finiscono travolti dalle auto, rischiando anche di provocare incidenti. Secondo alcuni soci del consorzio, l'irrigazione a pioggia nella parte alta del paese potrebbe contribuire a migliorare la situazione.

Il presidente ha invitato chi non si sia ancora iscritto al Consorzio a farlo, sia perchè è un'opera di pubblica utilità, sia perchè la Provincia sta creando un nuovo catasto consortile, per cui erogherà fondi solo in funzione della quantità dei terreni denunciati.

Per il momento, comunque, il consorzio continuerà ad esistere. L'ultima parte dell'iter elettiorale si svolgerà giovedì, sempre a Bussoleno.
 

Da un articolo di Jenny Cuk pubblicato su Luna Nuova, n. 5 anno 2011
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